martedì 9 agosto 2011

NASCITA E FORMA DI CITTA' DELLA PIEVE

Città della Pieve, in latino Cìvitas Plébis  e Civitas Castri Plebis è l'attuale nome, che porta il Paese un tempo nominato Castel della Pieve .
Se l'esame del più antico nome è uno dei mezzi più efficaci per rintracciare l' ignota origine di un Paese , l'indagine scrupolosa dei monumenti che in quello si rinvengono , e dello sviluppo urbanistico della città, può apportare ragioni ancor più valide.
Il più antico nome di Città della Pieve  cui si ha notizia dagli storici, fu Castrum Plebhis. Con plausibile fondamento il Padre Ridolfo Brasavoli da S. Girolamo,chierico regolare delle Scuole Pie potè supporre che questo luogo avesse origine dai soldati di Silla, i quali si impadronirono di queste contrade che non avevano mai visto prima.Altre battaglie e disfatte da parte annoverabili eserciti, furono combattute in queste vicinanze. Questa tesi è avvalorata dall' opinione dei classici, secondo i quali con il nome di Castrum veniva dato dai Romani ai soli luoghi abitati dai soldati.
Viene convalidata l'opinione del Padre Brasavoli, dall' autorità di Cicerone in diverse Orazioni,dicendo che Slila nel rovinar Fiesole, nel danneggiare Arezzo , nel soggiogare la Toscana tutta, costituì, e fondò nuove popolazioni , e questo in vari modi.
Alcuni ritrovamenti però fanno supporre una nascita anteriore della città. Nelle campagne contigue a Città della Pieve furono ritrovate diverse urne di marmo e di terra cotta tanto romane che etrusche, e parimenti molte monete di metallo , argento, e di oro,romane ed etrusche , nonche lapidi e marmi intagliati con figure degli Dei, di gladiatori  e di battaglie, di scudi con mascheroni e fogliami, ed altri simili lavori di quei tempi. 
Tutto ciò sembra indicare che, ove è posta Città della Pieve , dovesse esservi un abitato ancora prima della suddetta battaglia di Silla,essendo questa avvenuta 83 a.c. lasciando poco presumibile, che in si breve tempo potessero essere stati fatti tanti e diversi depositi, per i quali si pensa fu necessario più di qualche secolo. Inoltre se fosse stata la Pieve fondata dai Romani , non si sarebbero qui trovate , ne si trovarebbero antichità Etrusche in grandi ammassi;ne a questi monumenti d' idolatria può darsi un' epoca posteriore alla battaglia di Silla, perché i Romani da quel punto ne furono i padroni. 
Castel della Pieve , se non dalla sua origine , almeno dall'epoca in cui fu fortificata dai Romani,era di un' estensione due terzi maggiore dell' attuale. La prova di tale verità nasce dal fatto che si vedono ancora gli avanzi delle mura. Le narrate guerre cui ha dovuto soggiacere questo Paese  furono la causa di tale distruzione .Il paese era circondato da mura fabbricate a terrapieno con scarpa, decorate con torrioni e rivellini. A breve distanza, il fosso artefatto a protezione delle mura, che oggi si presenta come un terrapieno.La parte distrutta verso Ponente, era destinata alle diverse arti e manifatture, di cui ora si ha memoria attraverso i nomi delle strade, dove in principio era iscritta sulla pietra il nome dell’arte che si esercitava. Da memorie esistenti presso l’archivio comunale, si rileva che la popolazione raggiunse i 7000 abitanti. L'ampiezza del suo territorio risulta abbastanza certa dal chirografo dell' Imperatore Federico II da cui si rileva che Castel della Pieve deve avere avuto sotto il suo dominio altre terre,e fortilizi , il che vien confermato ancora dalle Bolle dei Sommi Pontefici Innocenzo IV. del 1501 e di Pio V.
Altra non equivoca prova del suo esteso territorio, e considerevole popolazione sono i rimarchevoli onori ricevuti da città cospicue, e Repubbliche in occasioni di Leghe e Federazioni con esse contratte, nelle quali si obbligò di prestare soccorso alle medesime in ogni occorrenza, con milizia equestre e pedestre, come risulta da memorie esistenti nell’archivio della Comunità di Orvieto,e di Città della Pieve . 
Il vantaggio assai rilevante di cui godeva Castel della Pieve era la strada consolare, chiamata Via Cassia. Che la via Cassia avesse la sua direzione per questa parte risulta da quanto asserisce Silio Italico nel libro V della sua Guerra Punica , cioè , che Annibale per andare a Roma prese senza dubbio la via di Chiusi , essendo quella la direzione più plausibile , e viene ciò confermato da Strabone nel libro V dove dice che l' esercito dei Romani, per andare in Gallia passò per quella strada , che è vicina al Trasimeno. 
La nostra Città è situata su di elevata collina che domina la Val di Chiana.
L' estensione del suo fabbricato attuale  è notevolmente inferiore alle dimensioni originarie,non comprendendo nè  la parte distrutta di Ponente, nè i quattro Conventi di Religiosi, edifici di non piccola estensione poste tutte non lontano dalle mura  delle porte della Città . Suddette porte sono quattro , benché anticamente ne contasse sei, delle quali una resta murata nel sito dove è stato fabbricato il Seminario, e dell' altra si vedono le vestigia e l'imposte nei muri presso la Rupe detta Seno Selvaggio , ed ora con un vocabolo dialettentesco Sansalvatico .Le quattro Porte esistenti presero un tempo la denominazione dalla strada su cui facevano termine , perciò quella situata al Nord Est si chiamava della Rocca, o Perugina, perché prossima alla Rocca di difesa della città, e perché di li si andava a Perugia . Ora volgarmente dicesi di S. Francesco , perché prossima al Convento e chiesa di S. Francesco dei padri conventuali.
La seconda situata al Nord Ovest, si chiamava Porta del Casalino , perché posta al termine della strada dello stesso nome ;ora è definita come Porta Fiorentina , o di S. Agostino , perché conduce in Toscana , ed è assai prossima alla Chiesa dei Padri. Agostiniani.
Quella che porta al Sud, e che dirige verso Roma si dice Porta Romana .
Finalmente la quarta, che resta a Sud Ovest seguita ad avere l' antico nome di Porta del  Castello perché la strada , che tende a questa porta ha una tal denominazione, e da questa si esce per andare in Toscana , ed in Acquapendente .
Sopra ciascuna delle menzionate porte si vede effigiata, per mano di Ottavio Pratelli Pievese, la Beata Vergine sotto diversi aspetti per aver fatto voto di prendere per protettrice la Vergine Santissima per la vittoria riportata contro Borbone, che saccheggiò con Roma anche città della Pieve , oltre ad altre città d’Italia. 
Città della Pieve si divide in tre Parti, ossia Rioni principali, chiamati anticamente Terzieri.
Il primo nominato Borgodentro , il secondo Castello , il Terzo Casalino .E' tagliata la Città da varie strade , quasi tutte giacenti in un piano inclinato.Le principali di esse sono, il Casalino , che dalla Piazza conduce alla Porta Fiorentina , o di S. Agostino ; la Strada, che dalla Porta di S. Francesco si dirige a quella del Castello ,e la strada che dalla Piazza maggiore guida alla Porta Romana , o del Vecciano .
Esiste ancora la Rocca munita una volta di cinque torri alte e grandi delle quali ne restano solo tre, ed in una delle qualisi trovava il ponte levatoio, di cui ancora si veggono le vestigia.
Questa Rocca fu poi destinata a servire di abitazione i Castellani, i Potestà, e successivamente i Governatori Perpetui, e le Torri furono ridotte a pubbliche Carceri . 
Due monumenti antichi ci restano degni di osservazione .
Il primo è una Torre detta del Pubblico,collocata nel mezzo della Città a cui è stata appoggiata da una parte la Chiesa Cattedrale .
La struttura  è realizzata a pietre riquadrate di travertino fa credere essere stata eretta nei primi secoli del Medioevo e dalla vastità delle fondamenta si può argomentare esserne stati fondatori i Romani.Esistono in questa Torre esistono cinque belle Campane; la maggiore di esse porta scritto l' anno della fusione.
L' altro monumento d' antichità dentro Città della Pieve è un pozzo detto del Casalino perchè situato nella strada che porta questo nome . Esso è di costruzione Romana di mirabile fattezza, e si suppone anche di una  spesa assai considerevole .
Una tal' opera deve esser fatta sicuramente per mantenere il paese fortificato , e per provvederlo all' occorrenza deli' Acqua sorgente .
Merita qualche osservazione il Palazzo già appartenente ai Duchi della Corgna di sontuosa struttura , disegnato e diretto secondo il  metodo e lo stile del Vignola da Galeazzo Alessi scolare di Gio Battista Caporali ambedue Perugini , fatto fabbricare circa l'anno 1550 dal Cardinale Fulvio  della Corgna e da Ascanio suo fratello nipoti di Papa Giulio III. Fu poi ceduto in feudo ai Governatori Perpetui di questa Città.

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